30 ottobre 2007

Moviola in campo

Dopo gli ultimi episodi torna d'attualità parlare dell'utilizzo della moviola in campo nel calcio e quindi dico la mia!
Da tempo se ne parla, ma fino a poco tempo fa nessun protagonista del mondo del calcio si era esposto più di tanto. Ora invece addirittura Fabio Capello, che da quando frequenta più le TV che i campi deve per forza dare il suo parere su tutto, si fa portavoce del movimento pro-moviola. Purtroppo, per lui quelli che nel calcio decidono tutto, Blatter e Platini in testa, questo mezzo tecnologico non è adatto al calcio. Dall'altra parte i favorevoli propongono soluzioni simili a quelli utilizzati in altri sport.
Il più nominato è il rugby, sport che per molti motivi viene sempre più preso ad esempio dal mondo del calcio. In questo sport l'arbitro può chiedere aiuto ad un altro ufficiale di gara a bordo campo nel caso di dubbi sulla realizzazione o meno di una meta. Attraverso il microfono, nel giro di pochi secondi, l'arbitro assegnerà o meno la segnatura con una sicurezza praticamente assoluta, a meno di casi davvero rari.
I gol-non-gol sono uno dei problemi del calcio e da tempo si discute di possibili soluzioni tecnologiche che risolvano i dubbi. In Fifa si discute da anni ti un sistema si sensori da piazzare nel pallone e sulle porte, ma non è mai stato deciso di iniziare una fase di test vera e propria. Sarò ingenuo o forse mi sfugge qualcosa, ma non sarebbe molto più semplice ed economico utilizzare la moviola a bordo campo? In tal caso si darebbe anche qualcosa da fare a quel povero "quarto uomo" di cui non si è ancora ben capita l'utilità. Mentre chi ha tale compito, si prende il tempo per decidere in tranquillità davanti allo schermo, tutto il pubblico può vedere 10 volte sul megaschermo dello stadio il replay è rendersi conto di cosa è successo.
Oltre a questa, esistono molte altre situazioni dubbie nel gioco del calcio che potrebbero trovare una via risolutiva attraverso l'uso della moviola. Certamente sarebbe necessario fissare delle casistiche e delle metodologie in cui sia possibile utilizzare questo strumento. Impensabile fermare il gioco ad ogni fallo o fuorigioco. Mi viene in mente per esempio di limitare l'intervento televisivo solo a casi in area di rigore, in cui l'arbitro sia in dubbio: concedere o meno il rigore, il giocatore ha simulato o no?
Il fuorigioco a mio avviso non andrebbe valutato con questo esperimento, ammazzerebbe il gioco.
Se utilizzata con parsimonia e con regole precise a mio parere la moviola a bordo campo potrebbe solo aiutare a diminuire gli errori degli arbitri (umani) e quindi le numerose polemiche che avvelenano continuamente il calcio.

Un'altra idea che credo sarebbe interessante copiare dal rugby (e da altri sport) è la possibilità di ascoltare ciò che dice l'arbitro durante la partita: si comprenderebbe il motivo per cui ha preso una determinata decisione, rendendo più chiaro il perché abbia fischiato o meno in una determinata situazione.

Ma forse tutte queste iniziative lascerebbero senza lavoro le migliaia di opinionisti sportivi sparsi in giro per la televisione italiana!

24 ottobre 2007

E Mastella dov'è?

Comincio a preoccuparmi.
Da qualche tempo leggo il seguitissimo blog del Ministro Clemente Mastella, ma ormai è da più di 10 giorni che non si fa vivo, non scrive, non commenta.
Che abbia preso paura per il DDL presentato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio per l’editoria Ricardo Franco Levi?
Oppure è così preso dalle sue attività di governo (è Ministro, è indagato, minaccia di andarsene dalla maggioranza, Grillo lo interpella un giorno sì e uno no, è in tutte le trasmissioni televisive...)?

Ministro, la prego, ci faccia sapere qualcosa, la blogosfera italiana la attende!

23 ottobre 2007

Blogger, tranquilli...

Finalmente Ricardo Franco Levi si è svegliato e ha fatto le attese precisazioni sul DDL da lui stesso proposto riguardande l'editoria.
Come scritto su questo stesso blog, si erano insinuati dubbi nella comunità blogger italiana che aveva paura che il DDL portasse a minare la libertà di cui gode internet, almeno in Italia. Come detto il testo del DDL poteva essere interpretato in maniera sbagliata e mi auspicavo una retifica da parte dello stesso autore, che finalmente è arrivata. Ecco una parte dell'intervista fatta a Ricardo Franco Levi:
D: Il mondo dei blogger ha lanciato segnali di allarme...
R: «La legge è una legge che intende regolare il mercato dell’editoria - spiega il sottosegretario in questa intervista rilasciata all'agenzia di stampa Agr - e dunque si rivolge agli operatori del mercato dell’editoria, tutti quelli che professionalmente producono giornali, riviste, libri e dunque esclude, per definizione, i blog o i siti individuali che non sono oggetto della nostra legge. Questo è stato chiaro fin dall’inizio, visto che però c’è stata qualche preoccupazione in materia e c’è qualche margine di ambiguità possibile nella legge, io già fin da domani nel mio primo incontro con la Commissione proporrò un’aggiunta alla legge che chiarisca fino in fondo che in questa legge non ci si occupa dei blog».

D: Chi allora ha l'obbligo di registrazione nel Roc?
R: «Solo gli operatori professionali, quelli che svolgono come mestiere quello dell’attività editoriale. Il senso della legge per quanto riguarda Internet è quello di estendere ai giornali pubblicati su Internet le regole per i giornali pubblicati sulla carta stampata».

D: Quindi le preoccupazioni per chi ha un blog privato non esistono?
R: «Non esistono nella maniera piu’ assoluta. Possono stare non tra due ma tra dieci guanciali».


Tutto è bene quel che finisce bene! ^_^

19 ottobre 2007

DDL sull'editoria

Oggi Beppe Grillo pubblica sul suo blog un post abbastanza sconvolgente, in cui annuncia un DDL sull'editoria che a suo dire porterà alla morte del 99% dei blog italiani. Secondo Grillo
"La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video. L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete. Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog? La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura."

Ho subito pensato che Beppe tendesse ad esagerare per dare più enfasi alla notizia, così mi sono documentato un pizzico, leggendo anche il DDL in questione. In effetti alcuni passaggi non lasciano dubbi:

"Per prodotto editoriale si intende qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso" (art 2, comma 1)."
"Non costituiscono prodotti editoriali quelli destinati alla sola informazione aziendale, sia ad uso interno sia presso il pubblico".
"La disciplina della presente legge non si applica ai prodotti discografici e audiovisivi."
"Per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta pubblicitaria. L'esercizio dell'attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative".
Insomma il DDL si applicherebbe anche ai blog amatoriali.
Cercando pareri più autorevoli del mio e di quello di Beppe Grillo sono incappato in Civile.it, sito che si occupa di legislazione. Potete leggere l'intero articolo riguardo questo DDL qui, intanto vi anticipo il loro commento conclusivo sul DDL:
Potessero, chiederebbero la carta d'identità a chiunque parla in pubblico.
Su internet il controllo è più facile. E imporre procedure burocratiche per l'apertura di un blog sarà il modo migliore per far finire l'internet italiana.
Ricordate: il DDL è uscito in pieno agosto 2007. Come tutte le leggi che vogliono migliorare la vita di tutti noi.



Ronaldinho... fenomeno unico?

Da tanto tempo si discute sulel pubblicità della Nike che hanno come protagonista il famoso Ronaldinho. Celeberrima è quella che lo vede calciare verso la porta e colpire 4-5 volte consecutive la traversa. Milioni di parole sono state scritte discutendo sulla veridicità di tale video.
L'ultima "impresa" del brasiliano è stata fare canestro calciando il pallone col piede. Di nuovo ci si chiede se il video sia originale o ritoccato, un po' come le foto dei calendari. Stavolta ci viene in aiuto un campione del passato, Evaristo Beccalossi, classe '56, dimostrando che ciò che ha fatto Ronaldinho non è poi così difficile... vedere per credere!
Di seguito il video di Ronaldinho, mentre il video di Beccalossi può essere visionato qui.

17 ottobre 2007

Novità

Dopo alcuni mesi di limbo, finalmente il carissimo Luca, blogger ormai d'annata, torna a scrivere, stavolta sulla sua nuova esperienza irlandese, ma non solo, come sempre.
Ho conosciuto il suo blog circa un anno fa, quando stavo cominciando a dar corpo al mio "Progetto Irlanda". Luca si trovava in Australia, poi si sarebbe spostato in Giordania e Yemen, testimoniando quanto il viaggio possa arricchire. E quanto il ritorno alla vita "italiana" possa essere difficoltoso.

Poi voglio segnalare un nuovo spazio creato nella parte destra di questo blog: la sezione "Aforismi e Frasi". Ad ogni visualizzazione della pagina comparirà una frase diversa... spesso sono davvero belle! Nascoste tra le migliaia di frasi disponibili ce ne sono anche 3 firmate da me... chi le troverà?

Per concludere segnalo che, controllando le statistiche di accesso al blog ho notato che ieri è stata effettuata una visita dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri... che sia stato questo blogger??


16 ottobre 2007

Bamboccioni in inglese

Ho avuto modo di scambiare due parole con alcuni amici non italiani riguardo la famosa uscita del Ministro Padoa-Schioppa ed ho avuto molti problemi nel tradurre l'espressione "Bambocci" usata dal Ministro.
Per fortuna "The Irish Times" mi è venuto in aiuto: Bamboccioni si dice "big fat mamma's boys"!

Articolo qui.

Evito qualsiasi commento sul B-Day indetto per il 1° dicembre, rischierei denunce.

11 ottobre 2007

L'Italia vista dalla Germania O_o

Violenta la ex, pena ridotta
Germania, i giudici: "E' sardo"

Un giovane sardo di 29 anni, che lavorava come cameriere ad Hannover, in Germania, ha ottenuto una riduzione di pena per "attenuanti etniche e culturali". E' la sconcertante sentenza di un giudice tedesco che ha ritenuto meno gravi le responsabilità per le sue origini. L'uomo per gelosia aveva segregato per tre settimane la fidanzata lituana, sottoponendola a violenze sessuali di gruppo, arrivando anche a orinarle addosso.
La vicenda risale a un anno fa ma è stata resa nota solo in questi giorni dal legale del giovane, Annamaria Busia, che sta tentando di fargli scontare la pena in Italia.
"Ho ottenuto una copia tradotta in italiano per il trasferimento in Italia prevista il 23 ottobre in corte d'appello a Cagliari", spiega Busia. Nella sentenza si legge: "Si deve tenere conto delle particolari impronte culturali ed etniche dell'imputato. E' un sardo. Il quadro del ruolo dell'uomo e della donna, esistente nella sua patria, non può certo valere come scusante ma deve essere tenuto in considerazione come attenuante".
Anche se le convinzioni sui sardi del magistrato hanno fatto risparmiare al cameriere almeno due anni di carcere la sentenza ha suscitato lo sdegno del suo avvocato: "E' razzismo".
Spogliata, picchiata e umiliata
Il giovane era convinto che la fidanzata lo tradisse con qualche collega. Non era vero ma nel tentativo di estorcerle la confessione, per tre interminabili settimane l'ha segregata. Dopo averla immobilizzata al letto con le manette - scrive il quotidiano L'Unione Sarda - l'ha picchiata, le ha spento le sigarette sulle parti intime, l'ha costretta a fare sesso in tre, bere aceto, iniettarsi eroina. Le sevizie non finivano qui. L'uomo le ha orinato addosso, scattando anche alcune foto ricordo. Per lui la donna aveva lasciato il lavoro. Durante la prigionia la lituana aveva pure tentato inutilmente di scappare calandosi dalla finestra con le lenzuola.
Le reazioni nell'isola
La notizia non è passata inosservata in Sardegna. "Non c'è alcuna cultura sarda di segregazione e violenza sulle donne e di gratuita perversione. Si tratta di un episodio di violenza e, come tale, da condannare", ha detto il presidente del Consiglio regionale della Sardegna Giacomo Spissu. Gli fa eco il deputato di Alleanza Nazionale Bruno Murgia. "C'è sempre un giudice stupido e ignorante, inutile sollevare un polverone sulla vicenda delle attenuanti a un cittadino solo perché di origine sarda. Le motivazioni sono talmente incredibili - afferma il parlamentare sardo - da essere ridicole".
Murgia rincara la dose. "Piuttosto, il nostro governo oltre a chiedere le scuse della Germania, dovrebbe offrire un corso gratuito di antropologia culturale. Il giudice di Hannover scoprirà così che i sardi non sono tutti zoticoni e incivili, come non tutti i tedeschi sono responsabili di aver messo gli ebrei nei forni crematori".

05 ottobre 2007

Bambocci, fuori di casa!

Ieri è esplosa la polemica. Il Ministro dell'Economia Padoa-Schioppa, nell'illustrare i benefici della futura manovra, si è applicato in una filippica contro i ragazzi che stanno ancora alle dipendenze dei genitori. «Mandiamo i «bamboccioni fuori di casa», sintetizza con estrema brutalità e molta ironia Padoa-Schioppa nel corso dell'audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il ministro fa così riferimento alla norma che prevede agevolazioni sugli affitti per i più giovani. «Incentiviamo a uscire di casa i giovani che restano con i genitori, non si sposano e non diventano autonomi. È un'idea importante», mette in evidenza il titolare del Tesoro. Parole che accendono subito il dibattito, scavando il fosso tra riformisti e massimalisti all'interno della maggioranza.
Ma quali sono gli incentivi di cui parla Padoa-Schioppa? Il governo ha introdotto in Finanziaria la possibilità per i giovani, in un'età compresa tra i 20 e i 30 anni, di usufruire di detrazioni fiscali sugli affitti, sempre che la casa non sia l'abitazione principale dei genitori. La nuova detrazione varia dai 495,8 euro in tre anni se il reddito complessivo supera i 15.493,71 euro ma non i 30.987,41 euro, ai 991,6 euro (sempre in tre anni) se il reddito non supera i 15.493,71 euro.
Personalmente trovo tutte le critiche piovute addosso al Ministro, fuori luogo. Certo, magari l'epiteto utilizzato può creare tensioni, ma credo che invece che soffermarsi sulla forma sia più utile analizzare la sostanza. Personalmente ritengo che l'uscita del Ministro sia stata solamente un cambio lessicale rispetto al passato.
Quante volte negli anni abbiamo seguito servizi giornalistici dei vari TG nazionali che parlavano della situazione dei "mammoni" italiani! Purtroppo l'Italia è il paese delle mode e della memoria corta, quindi visto che ultimamente si è usi attaccare il governo da ogni parte, si sfrutta ogni occasione per farlo, anche questa
Il problema esposto è forse più sociologico che economico. Gli oppositori del Ministro fanno notare che dalle statistiche Istat emerge che "i giovani fino ai 34 anni sono i più frequenti precettori di bassi redditi da lavoro: lo è il 29,1% di quelli che vivono in famiglia, contro il 16,3% di quelli che ne sono usciti. Fra i precari solo il 22,7% è a capo di un nucleo familiare."
Sinceramente non mi pare che questo dato possa essere sufficiente ad analizzare il problema. Su due piedi mi sorge una domanda: quanti di questi ragazzi sotto i 34 anni, lavoratori a basso reddito, stanno magari studiando? La situazione dello studente-lavoratore che vive con i genitori è normalmente legata ad un lavoro part-time o limitato al weekend che determina inevitabilmente un reddito basso. Quindi la statistica menzionata mi pare poco interessante.
Per esperienza personale ritengo invece che la motivazione più importante che spinge i giovani a non lasciare la casa dei genitori è la comodità. Chi glielo fa fare di buttarsi in un'avventura così ardua e difficoltà come il vivere fuori, dovendosi arrangiare in tutto e per tutto?
Non credo che le misure adottate in finanziaria daranno la scossa a questa gioventù poco propensa al sacrificio e all'indipendenza, ci vuole un cambio di mentalità.
Speriamo...

04 ottobre 2007

Oltre agli sprechi, la beffa

Negli ultimi tempi si parla molto degli sprechi della Casta. Tra le spese più discusse il parco di auto blu a disposizione di Onorevoli e Senatori. Dopo che Beppe Grillo ha cominciato a comparire (tardivamente, colpevoli i soliti organi d'informazione) su tutti i giornali e televisioni, tutti i politici si sono detti pronti e attivi nel cercare di limitare le spese del governo, anche limitando il numero di auto blu.
Tralasciando scontati e negativi commenti su queste dichiarazioni, mi fa sorridere quanto successo alla scorta del Ministro degli Interni Parisi.


Rubata l'auto della scorta di Parisi
I carabinieri si erano fermati a mangiare in un locale nella zona di Fregene. All'uscita la brutta sopresa

ROMA - L’auto rubata durante la cena al ristorante. E’ successo tante volte ai comuni mortali. E’ accaduto, di nuovo, il 27 agosto scorso. Ma a subire il furto sono stati i Carabinieri. E non esponenti dell’Arma qualunque. Ma i membri della scorta del ministro della Difesa Arturo Parisi, impegnati a cena in un ristorante della zona di Fregene, sul litorale laziale. L’anticipazione è del settimane l’Espresso, che sarà in edicola venerdì. Il 27 agosto scorso, infatti, la scorta del professore, tutti Carabinieri, si ferma in un ristorante dalle parti di Fregene, sul litorale laziale. È una bella serata, gli uomini vanno a cena e lasciano l’auto blindata incustodita, spiega l’Espresso. Alla fine, la brutta sorpresa. La macchina di servizio, che segue quella del ministro in tutti i suoi spostamenti, è sparita. Carabinieri rapinati dai ladri. Nell’auto rubata, assicurano, non ci sono armi, ma solo zainetti e «qualche radiolina». Al Sismi, che organizza la scorta di Parisi, secondo quanto riferisce il settimanale «non l’hanno presa bene e vorrebbero una punizione esemplare». A difesa della scorta sembra invece che sia intervenuto il capo della segreteria del ministro, la signora Alessandra Cecchini. La Procura di Civitavecchia intanto indaga.

02 ottobre 2007

Skype delude

Acquistata nel 2005 per la bella somma di 2,6 miliardi di dollari due anni dopo non ne vale più della metà. Sembra essersi infranto così, sui taglienti scogli del mercato, la favola industriale di Skype, il servizio telefonico che permette di telefonare gratis da computer a computer. EBay, il gruppo americano leader mondiale delle aste sul Web guidato dalla presidente e ceo Meg Whitman, si è sentito - come dire - sedotto dalla tecnologia e poi abbandonato dai risultati economici della creatura di Niklas Zennström, uno dei fondatori di Skype, costretto a lasciare il posto di amministratore delegato. Lunedì eBay ha annunciato il pagamento di 530 milioni di dollari agli azionisti di Skype per perfezionare l'acquisto: avrebbe dovuto versare 1,7 miliardi. Il nuovo valore iscritto a bilancio della compagnia telefonica che funziona solo via Internet è di 1,43 miliardi di dollari.

Zennström, già lanciato nella nuova avventura delle web tv Joost, sarà rimpiazzato da Michael van Swaaij, chief strategy officer di eBay. La mossa sottolinea l'insoddisfazione della controllante per un business che fino a due anni fa prometteva mirabilia e si è invece rivelato molto fragile sotto il profilo della profittabilità, non certo della fedeltà degli utenti. Ben presto, insomma, le strategie potrebbero radicalmente cambiare o si potrebbe preparare la vendita di Skype.

Stessa musica, del resto per Vonage. Quando andò in Borsa 16 mesi fa pareva destinata a fare sfracelli e il suo co-fondatore, Jeffrey Citron, già la vedeva crescere a un ritmo tale da oscurare i tradizionali incumbent della telefonia fissa. Ma il gruppo di Holmdel (New Jersey) ha dovuto fare i conti con la realtà: il titolo è sprofondato a quota 1 dollaro dalle vette dei 17 dollari fissati dal collocamento. Nell'ultimo trimestre Vonage ha riportato perdite per 34 milioni di dollari.

Così anche Skype appare come una delle tecnologie che spopolano in Rete tra gli appassionati del nuovo modo di comunicare e surfare - di cui sono emblemi il social networking con l'esplosione dei blog, il download di brani musicali e di video - ma per le quali il consenso pressoché unanime non corrisponde a un successo commerciale e a un business sostenibile. Una recente ricerca inglese, del resto, testimoniava come la telefonia via internet è una fetta minima del mercato, appena il 3%, anche perché non è ancora diventata un'esigenza di massa effettuare lunghe conversazioni a costi bassi da un continente all'altro, cosa che rende servizi come Skype appetibili più della cara vecchia cornetta telefonica o dell'ormai vincente cellulare trasformato in pc mobile.

tratto da www.ilsole24ore.com