18 ottobre 2011

Chime.in: Guadagnare con il Social Network

Fin da quando si è diffuso a livello planetario, il fenomeno Internet ha incarnato per una gran parte degli utenti il miraggio di guadagni impensabili fino a poco tempo prima. Nella seconda metà degli anni novanta fino ai primi anni 2000 si diffusero termini come "Net Economy", "New Economy", il "Dot Com", parole che rappresentavano per l'immaginario collettivo figure esemplari di manager nati dal nulla e in poco tempo a capo di un impero.
Il tutto iniziò con la quotazione di Netscape (la società che sviluppò il primo browser commerciale per internet) nel 1994 che diede il via alla prima, entusiasmante, fase legata allo sviluppo delle soluzioni e dei servizi internet. Durante gli anni della new economy aumentarono in maniera spropositata le quotazioni di nuove start-up legate al mondo dell'innovazione tecnologica, dell'high-tech e di internet mentre gli investimenti in information technology diventarono una delle caratteristiche chiave dei piani strategici delle grandi e medie aziende.Questo florido periodo terminò a cavallo tra il 2001 e il 2002, con lo scoppio della bolla speculativa e le conseguenze economiche di cui, forse, risentiamo ancora oggi.
Ma internet non faceva sognare solo gli investitori , ma soprattutto le persone comuni che vedevano moltiplicarsi i siti che promettevano facili guadagni attraverso semplici email pubblicitarie, click a siti paganti e così via. Il tutto potenziato dall'organizzazione piramidale delle iscrizioni: io guadagno sia con la mia attività, ma soprattutto con l'attività delle persone che ho presentato.
Col passare degli anni i mercati finanziari hanno imparato a non fidarsi troppo di queste aziende e negli anni 2000 hanno guardato sempre con cautela alle novità in questo campo. Tuttavia negli ultimi anni hanno avuto modo di mettersi in mostra fenomeni che ricordano i protagonisti della bolla speculativa di inizio millennio, esemplificati dalle fortune di Facebook, Twitter, Skype, LinkedIn, solo per citarne alcuni, tanto da porre il quesito: i mercati sono maturi per valutare correttamente i business di questi siti? A tal proposito risulta interessante un dibattito apparso su Repubblica TV che vi consiglio di guardare.
Cercando di unire i due aspetti caratteristici della di Internet è nato Chime.in che, proprio prendendo spunto da Facebook e Twitter, permette agli utenti di condividere foto, video e testi di 2.000 caratteri. Niente di nuovo, parrebbe... invece il nuovo Social Network si distingue condividendo con gli utenti anche gli introiti pubblicitari: i ricavi derivanti dai click ai banner posti sulle proprie bacheche saranno equamente divisi tra la società americana e l’utente.

Sarà l'idea vincente in grado di scalfire il predominio di Facebook? Riuscirà a raggiungere ciò che Goggle+ non è riuscito a fare?

Ai posteri l'ardua sentenza!

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