I blog sono diversi, ma la testa è sempre quella.
Dopo un periodo in cui ho smesso di raccontarmi, per i motivi che potete immaginare (se non riuscite leggetevi il post precedente), mi sento in dovere di tornare a scrivere, sia per me, sia per tutti coloro i quali continuano a visitare questo blog.
Si sta per avvicinare il mio salto nel buio (mancano pochissimi giorni) e così voglio parlarvi di una cosa che mi ha cambiato la vita. Non so se riuscirò a trasmettere adeguatamente il mio pensiero, ma ci proverò.
Un tempo io vedevo me stesso immerso in un ambiente familiare, che mi dava sicurezza. Immaginando come sarebbe potuta essere la mia vita dopo qualche anno, mi vedevo inserito in quello stereotipo trasmessomi (inconsciamente) dalle persone che avevo attorno: laurea, bel lavoro, famiglia... la classica favoletta col lieto fine.
Ritengo sia lecito, addirittura doveroso cambiare idea, dimostra capacità di autocritica, analisi, fermento mentale, a meno che non capiti troppo spesso, in tal caso non sarebbe più così positivo.
Ebbene, ho cambiato idea, mi sono fermato e mi sono chiesto se quello fosse ciò che volevo per me, per la mia vita. Estraniandomi dal contesto, cosa mi sarebbe piaciuto fare veramente?
Ora arrivo al titolo: Ego, io in latino.
Cosa mi ha permesso di sganciarmi radicalmente da quella vecchia idea sul mio futuro?
Il raggiungimento della consapevolezza che io ho un Ego (nel senso freudiano del termine; per una breve spiegazione vedete qui), sono un Ego.
Prima di essere un individuo inserito in una società, sono un individuo a sè stante. Solamente nel momento in cui l'individuo vede soddisfatti i propri desideri, ambizioni potrà dedicarsi al proprio inserimento nella società.
Con questo non intendo dire che l'individuo può oltrepassare i limiti posti dalle regole della società al fine di perseguire il proprio interesse, ma solo che dovrebbe porsi come primo fine il raggiungimento dei propri obiettivi, senza farsi inscatolare nel pensiero dell'ambiente che gli sta attorno.
Se l'individuo, prima di soddisfare i propri desideri, si fa sottomettere dal pensiero comune (che non condivide appieno), rischia di trasformarsi una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere dopo anni di soffocamento delle proprie pulsioni.
Concludendo (mi pare già abbastanza complicato), penso che una persona dovrebbe prima cercare la propria realizzazione per poi dedicarsi all'integrazione con l'ambiente in cui vive. Non è semplice, di solito ci sono ostacoli, difficoltà, ma per non dover vivere per sempre con il rimpianto di non aver fatto una cosa che avremmo voluto, e quindi vivere male, ritengo che ciascuno debba fare ciò che desidera, senza farsi soffocare.
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