In un periodo in cui tutti parlano dell'innovativo prodotto Apple, voglio andare contro corrente.
Non tutti possiedono un computer anche se quasi tutti possiedono un telefono cellulare che, però, del computer non ha ancora tutte le caratteristiche. La parola d'ordine è: fondere. A fare da apripista è stato l'iPhone, sbarcato qualche giorno fa negli Stati Uniti monopolizzando l'intero ambito mediatico, e non solo, che ruota intorno alla comunicazione. L'alternativa, però, è già alle porte. Si chiama «Neo 1973». E' in arrivo quello che i più influenti blog tecnologici hanno già batezzato l'«anti-iPhone», il primo telefonino open source che utilizzerà il sistema operativo Linux, senza limiti di espansione. Consente all'utente di cambiare, a proprio piacimento, sia il software che l'hardware. Il costo? 300 dollari per l'apparecchio telefonico di produzione taiwanese, che peraltro è già sul mercato nella sua versione base per gli sviluppatori.
Fin dalla sua presentazione a Las Vegas a inizio anno «Neo 1973» ha fatto molto parlare di sè. E' stato descritto come «una vera e propria rivoluzione nel settore delle telecomunicazioni». E' infatti il primo smartphone ad adottare una piattaforma aperta di Linux, detta "OpenMoko". Il gruppo industriale di Taipei "FIC" (la sigla sta per First International Computer) ha riposto grandi speranze nella versione indirizzata per ora agli sviluppatori. A differenza dell'oramai famosissimo iPhone della Apple il nuovo strumento tecnologico consente all'utente di esercitare un pieno controllo sull'hardware e sul software. Da lunedì è stato lanciato in due versioni: Neo-base e Neo-advanced, con tutti gli strumenti necessari allo sviluppo, rispettivamente a 300 e 450 dollari (circa 220 e 330 euro) . "Neo 1973", (la data indica la prima realizzazione di un telefono portatile da parte di Marty Cooper trentaquattro anni fa), può già essere acquistato sul sito web della stessa FIC. La seconda generazione, ovvero la variante commerciale del "telefonino-libero" per il consumatore approderà invece nei negozi ad ottobre 2007.Non tutti possiedono un computer anche se quasi tutti possiedono un telefono cellulare che, però, del computer non ha ancora tutte le caratteristiche. La parola d'ordine è: fondere. A fare da apripista è stato l'iPhone, sbarcato qualche giorno fa negli Stati Uniti monopolizzando l'intero ambito mediatico, e non solo, che ruota intorno alla comunicazione. L'alternativa, però, è già alle porte. Si chiama «Neo 1973». E' in arrivo quello che i più influenti blog tecnologici hanno già batezzato l'«anti-iPhone», il primo telefonino open source che utilizzerà il sistema operativo Linux, senza limiti di espansione. Consente all'utente di cambiare, a proprio piacimento, sia il software che l'hardware. Il costo? 300 dollari per l'apparecchio telefonico di produzione taiwanese, che peraltro è già sul mercato nella sua versione base per gli sviluppatori.
Per 300 dollari (l'iPhone ne costa 599 circa 440 euro), lo sviluppatore interessato entrerà in possesso di uno smartphone dotato di schermo a colori touch-screen ad una risoluzione di 640 per 480 pixel (VGA) con un'ampiezza diagonale di 2,8 pollici; connettività Bluetooth/Wi-Fi e memoria espandibile con schede Micro-SD da 128 MByte di cui una SanDisk da 512 MByte che sarà inclusa nella confezione del modello base. Utilizzerà come sistema operativo una distribuzione Linux appositamente pensata per questo tipo di dispositivi e intende porsi come seria alternativa ai sistemi operativi quali Windows Mobile e Symbian. Il terminale radiotrasmette su quattro frequenze GSM e supporta GPRS. La variante beta non dispone per ora di WLAN, a differenza dell'iPhone, ma in cambio trasmette con Bluetooth 2.0. Con dimensioni pari a 120,7 per 62 per 18,5 millimetri si baserà su un processore a basso consumo ARM della Samsung da 266 MHz. Inoltre, Neo è dotato di due accelerometri 3D, che consente all'interfaccia di cambiare automaticamente a seconda di come si orienta il dispositivo; di uno slot USB 1.1 client e host, che permette quindi anche l'installazione di periferiche e la gestione delle stesse.
Interessante è sicuramente anche il concetto che ruota attorno all'innovativo telefono, diventato oramai una star tra i blogger. Non a caso lo slogan scelto da OpenMoko è "Free the phone" (libera il telefono); per 450 dollari (più spese di spedizione) gli appassionati potranno anche farsi arrivare l' «Advanced-Set», una valigetta con tutto il necessario per assemblare Neo da casa. La parola d'ordine in questo caso, sottolinea FIC assieme al progetto OpenMoko, è «hackerare», andando consapevolmente contro quelle «piattaforme chiuse», come è invece il caso dell'iPhone. Insomma, sarà l'utente l'unico ad avere il potere sul suo apparecchio. Questo potrà elaborare il proprio software ed installarlo poi sul suo telefono.
«E' senza dubbio un interessantissimo progetto e potrebbe avere un ottimo riscontro anche sul mercato», dice l'analista Stuart Carlaw, dell'inglese «ABI-Research», una delle più importanti società per le ricerche di mercato nel settore delle nuove tecnologie. Carlaw, però, si dice anche scettico che il nuovo prodotto possa imporsi nel vasto mondo delle telecomunicazioni in tempi brevi. Di altro avviso il manager di OpenMoko, Sean Moss-Pultz, e il suo team, fortemente intenzionati a commercializzare Neo 1973 come "computer mobile" e non semplicemente come un gadget telefonico. Per il 2008 OpenMoko ha già annunciato la presentazione di ulteriori tre apparecchi.
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