Oggi su tutti i giornali si possono leggere i commenti di molti politici e non che dicono la loro sulla rinuncia del Papa a visitare La Sapienza in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico. E' curioso che tutti esprimano bene o male lo stesso concetto, ossia che "è una sconfitta della cultura liberale e di quel principio fondamentale che è il confronto delle idee. Ogni critica è legittima e il confronto delle opinioni è l'ossigeno della convivenza", come ha affermato Walter Veltroni, oppure come ha affermato Di Pietro:"Impedire a chi la pensa in maniera diversa di esprimere le proprie idee è un comportamento indegno di un buon cristiano e soprattutto di un buon cittadino".
Ebbene, a mio avviso, i signori sopraccitati non hanno capito il nocciolo della protesta dei docenti.
Tutto è cominciato quando Marcello Cini, Professore Emerito dell'Università La Sapienza di Roma (insomma uno dei tanti vecchi "senatori" che non lasciano la poltrona nel mondo universitario italiano!), ha scritto una lettera indirizzata al proprio Rettore spiegando i motivi per cui riteneva inopportuna la presenza del Papa all'inaugurazione dell'Anno Accademico. Nelal lettera, molto lunga, si legge:
Nei giorni scorsi è comparsa una seconda lettera con cui una sessantina di docenti che vi propongo:
Dopo questa lunga digressione mi pare chiaro che le dichiarazioni che si leggono oggi sui giornali rialsciate da svariati politici non centrano un bel nulla con la questione vera e propria.
Purtroppo la vicenda non fa che confermare la sudditanza dell'Italia allo Stato del Vaticano che continua imperterrito, non avendone diritto, ad interferire con la vita politica del Paese.
Ebbene, a mio avviso, i signori sopraccitati non hanno capito il nocciolo della protesta dei docenti.
Tutto è cominciato quando Marcello Cini, Professore Emerito dell'Università La Sapienza di Roma (insomma uno dei tanti vecchi "senatori" che non lasciano la poltrona nel mondo universitario italiano!), ha scritto una lettera indirizzata al proprio Rettore spiegando i motivi per cui riteneva inopportuna la presenza del Papa all'inaugurazione dell'Anno Accademico. Nelal lettera, molto lunga, si legge:
Non desco a capire, quindi, le motivazioni della Sua proposta tanto improvvida e lesiva dell'immagine de La Sapienza nel mondo. Il risultato della Sua iniziativa, anche nella forma edulcorata della visita del papa (con «un saluto alla comunità universitaria») subito dopo una inaugurazione inevitabilmente clandestina, sarà comunque che i giornali del giorno dopo titoleranno (non si può pretendere che vadano tanto per il sottile): «Il Papa inaugura l'Anno Accademico dell'Università La Sapienza».Mi pare chiaro come Cini abbia puntualizzato che il problema sta nel fatto che il Pontefice non è adeguato all'inaugurazione, non che non possa tenere un discorso all'interno dell'università.
Nei giorni scorsi è comparsa una seconda lettera con cui una sessantina di docenti che vi propongo:
«Magnifico Rettore, con queste poche righe desideriamo portarLa a conoscenza del fatto che condividiamo appieno la lettera di critica che il collega Marcello Cini Le ha indirizzato sulla stampa a proposito della sconcertante iniziativa che prevedeva l'intervento di papa Benedetto XVI all'Inaugurazione dell'Anno Accademico alla Sapienza. Nulla da aggiungere agli argomenti di Cini, salvo un particolare. Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un'affermazione di Feyerabend: "All'epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto". Sono parole che, in quanto scienziati fedeli alla ragione e in quanto docenti che dedicano la loro vita all'avanzamento e alla diffusione delle conoscenze, ci offendono e ci umiliano. In nome della laicità della scienza e della cultura e nel rispetto di questo nostro Ateneo aperto a docenti e studenti di ogni credo e di ogni ideologia, auspichiamo che l'incongruo evento possa ancora essere annullato».Anche in questo caso mi pare che i professori si riferiscano all'associazione "visita del Papa"-"inaugurazione Anno Accademico", seguendo sostanzialmente quanto detto da Cini.
Dopo questa lunga digressione mi pare chiaro che le dichiarazioni che si leggono oggi sui giornali rialsciate da svariati politici non centrano un bel nulla con la questione vera e propria.
Purtroppo la vicenda non fa che confermare la sudditanza dell'Italia allo Stato del Vaticano che continua imperterrito, non avendone diritto, ad interferire con la vita politica del Paese.
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