Pistorius: a me sembra davvero eccessiva la massa di parole che vengono usate per questo caso; per chi non lo sapesse Pistorius è un atleta disabile che, grazie a delle speciali protesi alle gambe chiede di correre alle Olimpiadi con i colleghi normodotati. Nei mesi scorsi ha già corso con loro ottenendo risultati molto buoni. Il punto della questione è se farlo partecipare o meno alle Olimpiadi. A mio avviso il caso è molto più semplice di quanto non lo si faccia: lui presenta una condizione diversa (che lo avvantaggia o meno non importa) rispetto agli atleti normodotati, che lo rende non comparabile agli stessi. Per questo, secondo me, non può gareggiare con gli altri.
Ratzinger: super-polemiche perchè l'università La Sapienza di Roma ha chiesto a Benedetto XVI di partecipare alla cerimonia di apertura dell'anno accademico. Ad alzare il polverone sono stati circa 60 docenti che hanno spedito una lettera al proprio Rettore chiedendo di annullare l'invito al Papa. Che gli scienziati ce l'abbiano con la Chiesa è chiaro, soprattutto a causa delle posizioni espresse dai pontefici lungo tutta la storia. Il pontefice è capo di uno Stato estero e capo religioso che rappresenta solo una parte del panorama religioso mondiale. Ragionevole mi sembra comunque esprimere una leggera perplessità sulla sua presenza all'inaugurazione dell'anno accademico di una università statale. Cosa centra? Vedo meglio in quella veste il sindaco di Roma, un rappresentate dello Stato italiano, uno scienziato o letterato.
Laureati: notizia del giorno è che la percentuale di maschi laureati dai 25 ai 64 anni in Italia è esattamente la metà della media europea: 11,6% contro il 23,2%, il dato più basso di tutta l’Unione. Le cose non vanno molto meglio per le donne: nel loro caso la percentuale di laureate è del 12,8%, rispetto ad una media comunitaria del 22,7%. Peggio fanno soltanto Malta (9,9%), Romania (10,7%) e Repubblica ceca (11,6%). Andando a spulciare i dati relativi all'occupazione scopriamo che solo l'86,2% dei laureati maschi lavora, mentre per le donne la percentuale delle occupate si attesta sul 75,3%.
A mio avviso questa notizia è l'espressione della consueta pochezza del giornalismo in Italia. Le cifre relative ai laureati rispetto agli altri paesi dell'Unione significano molto poco così come vengono esposte. Sarebbe molto più interessante avere delle statistiche divise per tipologia di Laurea. Inoltre sarebbe opportuno analizzare il mercato del lavoro di ciascun Paese... i dati relativi all'occupazione mi pare suggeriscano che l'Italia non abbia necessità di un numero maggiore di laureati, dato che ad oggi è disoccupato circa l'80% di essi.
Ratzinger: super-polemiche perchè l'università La Sapienza di Roma ha chiesto a Benedetto XVI di partecipare alla cerimonia di apertura dell'anno accademico. Ad alzare il polverone sono stati circa 60 docenti che hanno spedito una lettera al proprio Rettore chiedendo di annullare l'invito al Papa. Che gli scienziati ce l'abbiano con la Chiesa è chiaro, soprattutto a causa delle posizioni espresse dai pontefici lungo tutta la storia. Il pontefice è capo di uno Stato estero e capo religioso che rappresenta solo una parte del panorama religioso mondiale. Ragionevole mi sembra comunque esprimere una leggera perplessità sulla sua presenza all'inaugurazione dell'anno accademico di una università statale. Cosa centra? Vedo meglio in quella veste il sindaco di Roma, un rappresentate dello Stato italiano, uno scienziato o letterato.
Laureati: notizia del giorno è che la percentuale di maschi laureati dai 25 ai 64 anni in Italia è esattamente la metà della media europea: 11,6% contro il 23,2%, il dato più basso di tutta l’Unione. Le cose non vanno molto meglio per le donne: nel loro caso la percentuale di laureate è del 12,8%, rispetto ad una media comunitaria del 22,7%. Peggio fanno soltanto Malta (9,9%), Romania (10,7%) e Repubblica ceca (11,6%). Andando a spulciare i dati relativi all'occupazione scopriamo che solo l'86,2% dei laureati maschi lavora, mentre per le donne la percentuale delle occupate si attesta sul 75,3%.
A mio avviso questa notizia è l'espressione della consueta pochezza del giornalismo in Italia. Le cifre relative ai laureati rispetto agli altri paesi dell'Unione significano molto poco così come vengono esposte. Sarebbe molto più interessante avere delle statistiche divise per tipologia di Laurea. Inoltre sarebbe opportuno analizzare il mercato del lavoro di ciascun Paese... i dati relativi all'occupazione mi pare suggeriscano che l'Italia non abbia necessità di un numero maggiore di laureati, dato che ad oggi è disoccupato circa l'80% di essi.
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